L’Inferno del COVID

Il 2021 è l’anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il Sommo Poeta, il padre della lingua italiana, il genio che scrisse la Divina Commedia. Ma è anche il secondo anno in cui il mondo è sconvolto dalla pandemia globale causata dal Covid-19.

Da circa un anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’infezione da SARS-CoV-2 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. È fresco il segno del lockdown; mascherine, guanti, igienizzante, distanziamento, isolamento, coprifuoco.

Un Inferno “che nel pensier rinnova paura”, ma iniziano a circolare i primi vaccini e con questi anche la speranza di tornare presto alla normalità.

Le immagini che compongono L’Inferno del Covid attualizzano infatti le terzine dantesche, riportando emozioni e stati d’animo alla recente e condivisa esperienza della pandemia.

Un viaggio inatteso, non programmato, non desiderato. Emozioni e stati d’animo che attualizzano le terzine dantesche in un viaggio allegorico, come quello di Dante: dal buio alla luce, dallo sconforto alla speranza, dallo smarrimento alla fiducia. Un viaggio come un diario di emozioni condivise”.

Al progetto, curato da Mirko Prosseda e sviluppato all’interno di un lavoro di gruppo promosso dall’Associazione Fotografica RiScatto, hanno partecipato: Riccardo Carlino, Federica Castagnoli, Francesco De Marchis, Giorgia Marchetti, Claudio Natalizi, Piergiorgio Pellagri, Mirko Prosseda, Martina Quagliotto, Michela Tollon.