Sodoma e Gomorra
Bruno Tamiozzo
In Ghana c’è il “cimitero mondiale dell’ e-waste”: un’enorme discarica che si estende per circa 11 ettari. Quasi 16 campi da calcio ricoperti da vecchi dispositivi elettrici ed elettronici inviati dall’Occidente come “prodotti di consumo di seconda mano”, per eludere la legge.
Una montagna di spazzatura attorno alla quale si ammassano donne, uomini e bambini che trovano nell’e-waste una fonte di sostentamento: smontano manualmente le componenti meccaniche ed elettroniche di qualsiasi elettrodomestico; bruciano gli involucri di plastica e i cavi elettrici per estrarne i metalli.
Scrap dealers che lavorano per circa 2 dollari al giorno, soffocati dai fumi neri della gomma incenerita, avvelenati da fiumi tossici che si depositano sul terreno, si riversano nei corsi d’acqua, contaminano i prodotti agro alimentari.
La baraccopoli che sorge accanto alla discarica è conosciuta come Sodoma e Gomorra, a causa delle spaventose condizioni di vita e della criminalità dilagante.
“La discarica di Agbogbloshie nella capitale del Ghana, Accra, è uno dei principali hub per lo smaltimento dei rifiuti elettronici (RAEE) nell’Africa occidentale, in particolare da vecchi computer e monitor di computer.
Dalla fine degli anni ’90, i paesi di tutto il mondo hanno inviato milioni di tonnellate di rifiuti elettronici da trattare ogni anno nel sito, che ospita oltre 40.000 persone.”
“Quando si pensa al viaggio si pensa sostanzialmente ad un’attività antropocentrica. In realtà le persone fanno viaggiare anche le loro cose, che siano merci o spazzatura. Vecchi cavi, smartphone, pc, tablet, frigoriferi, lampade, tostapane…fanno spesso il loro ultimo viaggio insieme, in un container verso l’Africa.”